Buongiorno a tutti voi del Centro.

Ancora una volta sono costretta a chiedere il vostro aiuto, purtroppo spesso arrivano da noi bambini ustionati, ma anche adulti e, le pomate, le garze, le bende, vanno via in grande quantità.

Un paio di mesi fa, un a bambina è stata attaccata dalle api e, ve lo dico in tutta sincerità, se non fossimo intervenuti all’ospedale di Hombolo, Lavness non sarebbe più con noi.

Vi racconto cosa le è successo per scuotere le coscienze di chi non ha ancora capito cosa sia la fame, quella vera, quella che ti costringe a mangiare persino la sabbia, quella che ti toglie la dignità, quella che, quando morde, costringe i bambini ad arrangiarsi con quello che offre la natura.

Lavnes, poco più di un anno di età, ancora aggrappata al seno della mamma che se la porta con sè ovunque. Ma non quel giorno!

Quel sabato, la mamma di Lavness deve andare a prendere l’acqua, non è tanto lontano così affida la piccola agli altri bambini, la appoggia per bene sulla schiena di una cuginetta, la fascia con la  “kanga” e, secchio in testa, procede spedita verso il pozzo.

È mattina inoltrata e i bambini non hanno fatto colazione, il giorno prima non è avanzata nemmeno un po’ di polenta e hanno fame, così decidono di arrivare fino al grosso baobab carico di buoni semi e incominciano a buttarli giù a sassate.

Non si accorgono che l’albero è abitato da un enorme sciame di api che, disturbate, partono tutte all’attacco dei piccoli.

È un fuggi fuggi fra urla di dolore, tutti sono punti da un gran numero di api e riescono a scappare lontano ma, la bimba con Lavnes sulla schiena non ce la fa a correre veloce e, per cercare di difendersi, la piccola le cade per terra e lei fugge, fugge lontano da quel supplizio.

La mamma chiamata a gran voce arriva trafelata e…. nulla può fare, anche lei viene attaccata ferocemente poi, alla gente che accorre si presenta uno spettacolo sconvolgente, Lavnes  ha il viso e la testa completamente ricoperti dalle api.

All’ospedale di Hombolo si limitano a fare iniezioni di antibiotico alla piccola Lavnes e, quando io e Maria andiamo a vederla dopo avere medicato un uomo con una grave ustione alla gamba destra, troviamo una situazione indescrivibile.

Il cuoio capelluto si presentava con delle “spaccature” dalle quali usciva una gran quantità di pus, l’odore di putrefazione era insopportabile.

Inforco la moto e mi precipito a prendere tutto l’occorrente e, con la mamma che la teneva sulle ginocchia, incominciamo a togliere il pus.

Nonostante la delicatezza che usavamo, i capelli venivano via insieme al pus e ci siamo ritrovate con la testa piena zeppa di pungiglioni delle api mentre, le “spaccature” nel cuoio capelluto si estendevano a vista d’occhio.

Pulita, medicata e fasciata, l’abbiamo lasciata con la promessa di ritornare la sera ma, finalmente, il medico locale ha deciso di mandarla all’ospedale della città.

Ora sappiamo che Lavnes si trova a Dar es Salaam nel più grande ospedale della Tanzania perché il cuoio capelluto si è completamente staccato dalla testa, immagino vorranno sottoporla ad un intervento di chirurgia plastica.

Quello che vi chiedo, per favore, è di inviarci ancora bende, garze, garze grasse, Betadine, soluzione fisiologica, pomate per ustioni e pomate antibiotiche, pomate per dermatiti, paracetamolo, multivitamine, amoxcillina pediatrica (vengono le mamma a chiederla con la prescrizione medica ma non hanno i soldi per comprarla), collirio.

Vi ringrazio infinitamente per tutto l’aiuto che ci avete dato finora.

Un grande abbraccio,

Maria Carla