Carissimo Amici del Centro,
Vi conosco attraverso il lavoro che fate e di cui io vedo i frutti attraverso i pacchi di medicinali che mandate. Il problema della malattia si è imposto alla mia attenzione fin dal mio arrivo qui e specialmente a causa del lavoro che faccio alla prigione di Ebolowa. Il lavoro poi si è esteso all’ospedale dove il malato deve pensare a tutto e pagare anche la siringa e il cerotto. Senza contare che deve provvedere lui stesso al vitto. Ogni malato dunque deve avere accanto qualcuno della famiglia che gli porta e gli prepara da mangiare. In questo periodo sono assediato dalle mamme che vengono col bambino malato di varicella/rosolia e molti bambini non ce la fanno a causa delle complicazioni polmonari e avitaminosi. La meningite colpisce molti durante la stagione secca e qui i problemi sono molto gravi. Si ottengono buoni risultati, ma a volte ci sono conseguenze debilitanti: sordità, handicap motori, ecc. Noi abbiamo anche 37 villaggi nella foresta di cui siamo responsabili. Siamo quindi in grado di conoscere le loro abitudini, tradizioni e problemi di villaggio che sono tanti e spessola loro sopportazione e la loro forza d’animo mi lasciano sbalordito. La gente del villaggio è lontana dall’ospedale, dal dispensario e dal mercato: tutto è difficile da raggiungere gli spostamenti si fanno a piedi perché spesso la strada è impraticabile oppure i ponti sono pericolosi. Quando abbiamo fatto il giubileo dei malati siamo stati a visitarli tutti attraverso gruppi di nostri cristiani e poi sono stati visitati dal sacerdote quelli che non possono alzarsi: gli altri hanno invaso la chiesa il giorno che abbiamo dato l’unzione dei malati. Qui la malattia è uno dei temi più frequenti nei loro racconti. C’è sempre uno dei bambini malati – ne hanno 10 per famiglia – un vecchio o una vecchia che resta sempre nella cucina nel letto accanto al fuoco senza muoversi; insomma la buona salute è sempre un dono del signore. Per i detenuti della prigione l’unico aiuto in medicinali viene dalla missione perché non c’è nessun medicinale a disposizione dell’infermiere incaricato dalla prigione. TBC, malattie veneree, della pelle, scabbia, piaghe, tosse e l’immancabile malaria sono di casa in prigione. Per fortuna ci siete voi che ci aiutate a risolvere un sacco di situazioni senza soluzione sul posto. “fare il bene, fa bene” a chi lo riceve, ma soprattutto a chi lo fa! Aiutateci ad aiutare questi nostri fratelli/sorelle e per loro sarà il segno che il signore esiste come mi disse una volta un giovanotto cui avevo dato i medicinali che avevano guarito il bambino. Vi saluto e vi ringrazio e vi auguro salute, serenità e la bontà del cuore.